Amati all'infinito

Pubblicato il 10-05-2024

di Rosanna Tabasso

In questi giorni ho incontrato un’astrofisica che mi ha raccontato la meraviglia dell’universo, dei pianeti e delle galassie. Se tutta la storia della terra fosse condensata in 24 ore, l’uomo comparirebbe solo negli ultimi 2 secondi. Mi sono detta: quanto siamo piccoli! Quasi da scomparire. Qualche giorno dopo invece ho ascoltato una conferenza sull’Intelligenza Artificiale. Ho visto le potenzialità dell’intelligenza e della creatività umane.
L’uomo è un frammento dell’universo, eppure il suo cuore e la sua mente racchiudono in loro tutta la grandezza di Dio. L’immensità insondabile della creazione e la perfezione che ogni singolo uomo racchiude mi hanno rimandato a Dio, come esprime bene il salmo 8: «Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,5.7-10).

Che cosa è l’uomo? Il più piccolo, eppure il più grande nel cuore di Dio. Proprio in ogni singolo uomo, Dio Padre ha posto la sua divinità facendone un figlio.
Un figlio amato, curato dal Padre; un figlio cui ha affidato la responsabilità di prendersi cura del creato: il più piccolo, capace di governare la grandezza del creato. L’uomo della Bibbia lo sa molto bene!

L’uomo biblico pone a Dio le sue domande: «Chi sono? Chi sono io di fronte alla maestosità della creazione?» e cerca in Dio la sua identità. Ha ben chiaro che ha ricevuto da Dio la vita e ogni risorsa di cui dispone.
Dio per l’uomo fa di tutto e il cuore dell’uomo, nella sua libertà, può accogliere questo “tutto” che lo rende veramente “grande”. Se invece l’intelligenza e il cuore dell’uomo si allontanano da Dio, confondendo la creatura con il Creatore, tutto viene stravolto. Ed è ciò che stiamo vivendo in questo tempo di separazione tra l’uomo e il suo Dio: il rischio sono grandi derive, errori che possono mettere a rischio l’intera l’umanità.

La decisione di usare il frutto dell’intelligenza umana per migliorare la vita o per schiacciarla dipende sempre dalla scelta di ogni singolo uomo, dalla sua capacità di usare le sue potenzialità per indagare la vita, fare nuove scoperte, perfezionarle, applicarle ma, soprattutto, direzionarle verso il bene comune. Come ci ha ricordato Paolo Benanti non c’è utensile che non possa diventare un’arma e non c’è arma che non possa essere trasformata in strumento di pace, come ci ricorda il profeta Isaia.

Le nuove frontiere dell’IA ci aprono a questa sfida, alla responsabilità di darci delle regole nell’utilizzarla a servizio dell’uomo senza dimenticare mai che solo Dio è il Creatore! Non dimentichiamo che siamo e saremo sempre creature, di chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti. Siamo e saremo sempre amati e fatti per amare, ma se disgiungiamo la nostra intelligenza e il nostro cuore da Dio sovvertiremo l’ordine delle cose.
Andremo verso un futuro in cui interrogheremo una macchina per cercare da lei le risposte alla nostra sete di senso, per avere risposte alle nostre domande esistenziali; ne faremo un idolo che ci governerà, una specie di indovino cui chiederemo di leggerci e dirigerci. Dio non è così, ci rende liberi perché ci ama e l’amore, se è amore vero, libera. Siamo fatti per amare e solo l’amore dà senso alla nostra esistenza e – come ha detto Marco Landi – è l’unica cosa che resta. Non dimentichiamolo mai!
 

Rosanna Tabasso
NP marzo 2024

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok